LA POLITICA TORNI AL POPOLO SOVRANO. Solo i primi passi, ma c’è molto da imparare

Nei giorni scorsi, esattamente domenica 8 ottobre 2023, presso una piazzetta importante e piena di storia cittadina (Piazzetta “Caduti 29 settembre 1944” dietro alla sede comunale) si è svolta la prima Assemblea pubblica del Progetto “La politica torni al popolo sovrano” portato avanti dal gruppo politico Unione Popolare di Giulianova.

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CAMBIARE SI PUO’, BASTA VOLERLO DAVVERO…

Nella mattinata di sabato 16 settembre 2023, si è svolta a Giulianova una conferenza stampa indetta da Unione Popolare di Giulianova alla quale ho avuto il piacere di partecipare. Si tratta di una formazione politica di sinistra formata prevalentemente da giovani e giovanissimi che mostrano di voler perseguire l’obiettivo ambizioso e difficile del rinnovamento metodologico della politica.

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LA SINISTRA GIULIESE A UN BIVIO

I risultati elettorali del Molise narrano una storia tristissima non solo per la sinistra, ma per la democrazia così meticolosamente disegnata dai padri costituenti nella Costituzione nel 1947. La vittoria di Francesco Roberti si è avuta con il 62% del 46% dei voti validamente espressi (in netto calo). Egli rappresenta in realtà circa il 34% dell’elettorato molisano; è espressione di una minoranza netta degli elettori ed esigua della popolazione molisana. Tutti sanno che la percentuale dei voti validi si assottiglierà sempre di più nelle regionali, nelle amministrative e nelle politiche, e quindi tutti vedono il fallimento del sistema democratico della rappresentanza. A fronte di ciò, tuttavia, l’attuale sistema dei partiti non parte mai da questi dati: si limita a contare il numero dei seggi conquistati ignorando completamente il fossato, prossimo a diventare un abisso, fra la politica e la società civile. Azzardo una domanda: se avesse vinto il candidato di sinistra con queste stesse percentuali, questi si sentirebbe vincitore? In altri termini, quale forza di sinistra potrebbe sentirsi vincitrice per rappresentare una netta minoranza di elettori e un’esigua minoranza dei cittadini? In questo caso non ci sarebbe, come ora, nessun vincitore perché è a rotoli l’intero sistema della rappresentanza democratica.

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LE FORZE DELLA SINISTRA GIULIESE TROVANO UNITA’ NELL’ANTIFASCISMO

Trovare punti in comune, che uniscono, che fanno sperare almeno che un colloquio sia possibile (il momento non è facile per la sinistra giuliese), è un fattore di grande rilevanza. Il punto è proprio questo: bisogna conquistare colloquio, esaltazione delle cose in comune, spirito collaborativo, rispetto reciproco, modestia e, soprattutto, stima reciproca. Devo evidenziare con grande soddisfazione che forse qualcosa si stia muovendo: a fronte della parcellizzazione di varie iniziative fra loro apparentemente scollegate che nel recentissimo passato hanno dato un’immagine non certo edificante per la necessaria unità, ora l’antifascismo si esalta, per fortuna, come elemento comune dello schieramento di sinistra. Questo, infatti, sottoscrive un documento comune per contestare all’Amministrazione comunale la concessione del patrocinio per la presentazione di un libro scritto da un incursore dei corpi speciali del IX reggimento d’assalto “Col Moschin”, distintosi per le sue prodezze di bombardiere nella ex Jugoslavia (Bosnia Erzegovina), in Somalia e in Iraq, poi ancora nell’operazione Join Guard del 1997, fianco a fianco con le truppe americane di invasione. Si tratta di un mercenario senza scrupoli al soldo del più forte. Sarà anche vero che costui abbia il diritto di presentare il suo libro, ma se le associazioni a cui si appoggia sono forze neofasciste come Nuove Sintesi a me pare che non vi sia alcun dubbio anche sull’orientamento dello stesso autore. Il fascismo non è un’ideologia o un insieme di idee con le quali è possibile confrontarsi democraticamente: è un reato! E la sua organizzazione originaria non può essere riformata neanche sotto mentite spoglie. Non solo il Comune doveva rifiutare il patrocinio, ma doveva anche negare la disponibilità della Sala Buozzi, in virtù, come giustamente detto nel documento unitario, della natura antifascista della Costituzione repubblicana. Le forze di sinistra e antifasciste giuliesi chiamano alla mobilitazione e alla vigilanza indicendo in 𝘂𝗻 𝘀𝗶𝘁-𝗶𝗻 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝘀𝘁𝗮, 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗶 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗮̀ 𝗶𝗻 𝗽𝗶𝗮𝘇𝘇𝗮 𝗕𝘂𝗼𝘇𝘇𝗶 𝗶𝗹 27 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝗿𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗲 17.00. tutti dovremmo esserci democraticamente. Ritengo che questo sia un grande segnale di unità che dovrebbe essere seguito anche per altre tematiche ed altri problemi del territorio. Non giova alla sinistra giuliese che ognuno vada avanti pro domo sua, né che ognuno pensi al proprio “primato” sugli altri: affinché si torni nel cuore degli elettori giuliesi, soprattutto di quelli che non votano più (purtroppo la maggioranza), le forze della sinistra dovrebbero mettere in comune (come è stato fatto oggi), le proprie iniziative, i propri successi e le proprie sconfitte, le proprie ragioni e i propri errori, in una posizione di parità, di stima e di rispetto reciproci. In questo senso oggi è stato fatto un primo passo. Bravi!

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A PROPOSIO DELLA LETTERA APERTA DEL SENATORE FRANCHI

Ho letto questa mattina con vivo interesse la lettera aperta del Senatore Antonio Franchi rivolta alle forze politiche della sinistra giuliese. Ne sono rimasto positivamente colpito e ne ho colto alcuni spunti che vorrei riprendere. Come presidente dell’Associazione Demos devo dire che tali punti sono parti integranti di un recente documento (uscito meno di un anno fa) approvato all’unanimità dall’Assemblea dei Soci Demos di Giulianova e rivolto a tutti i partiti politici (non solo alla sinistra). Il documento puntava a suggerire la strada del rinnovamento dei partiti e del rilancio della democrazia di base. Il problema del metodo democratico, infatti, è trasversale e riguarda l’intero sistema dei partiti che soffre di cronica autoreferenzialità, leaderismo e oligarchismo, per le quali malattie si allarga sempre di più il suo allontanamento dalla società civile (il non voto ha superato di molto il 40% e si avvia verso percentuali più alte).

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GIULIANOVA – CONSULTA COMUNALE DEI GIOVANI. C’E’ QUALCOSA DI NUOVO?

Nei giorni scorsi il Consiglio comunale di Giulianova ha approvato all’unanimità, non senza polemiche, l’ordine del giorno urgente firmato da due consiglieri comunali, contenente il regolamento per il funzionamento della Consulta comunale dei giovani. Se si pensa che tale mozione è stata approvata all’unanimità con due emendamenti dell’opposizione di sinistra (lo specifico perché i due consiglieri proponenti sono anch’essi di opposizione, ma non di sinistra), a prima vista sembrerebbe un fatto altamente positivo per la partecipazione dei giovani all’amministrazione pubblica, ma così non è. In più, osservando soprattutto gli ultimi avvenimenti (come la decisione sull’abbattimento dei pini, presa senza consultare i cittadini e ignorando le iniziative prese da partiti e associazioni dissenzienti), non si direbbe che l’Amministrazione Costantini sia davvero orientata a recepire la partecipazione di chiunque non sia d’accordo con le decisioni della maggioranza. Figuriamoci dei giovani. Ma andiamo per ordine.

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IL SISTEMA DEI PARTITI HA PERSO CLAMOROSAMENTE NEL LAZIO E IN LOMBARDIA. A GIULIANOVA QUESTO PREOCCUPA QUALCUNO?

I risultati elettorali nelle regioni Lazio e Lombardia, qualora ce ne fosse ancora bisogno, hanno dimostrato senza ombra di dubbio quanto ampio sia diventato il fossato che divide questo sistema dei partiti dalla società civile.

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AUTONOMIA DIFFERENZIATA. Il d.d.l. del Governo contro il Parlamento

La proposta Calderoli approvata dal Governo nei giorni scorsi non mi ha sorpreso: la trasformazione della forma di Governo a Costituzione invariata, ormai da decenni, rappresenta un processo che sembra inarrestabile. Esso si sviluppa anche con la complicità delle forze politiche che a parole si proclamano contrarie, ma nei fatti l’hanno favorito. Continueranno a favorirlo? Lo vedremo, ma per ora il d.d.l. Calderoli insieme ai commi 791-802, art. 1 della legge di bilancio 2023 rappresentano per quel processo due tappe fondamentali e significative.

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AUTONOMIA DIFFERENZIATA, fra vecchi nodi che vengono al pettine e furbizie secessioniste

Ho più volte sostenuto che il fascismo al potere non ci arriva mai da solo perché c’è sempre qualcuno che gli spiana la strada. Anche nel caso della cosiddetta “autonomia differenziata” quel qualcuno lo ha fatto. Due “apripista” un po’ diversi, ma che attualmente coincidono: è un Governo fascista che eredita il secessionismo leghista e recepisce il disegno di legge Calderoli!

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