A PROPOSIO DELLA LETTERA APERTA DEL SENATORE FRANCHI

Ho letto questa mattina con vivo interesse la lettera aperta del Senatore Antonio Franchi rivolta alle forze politiche della sinistra giuliese. Ne sono rimasto positivamente colpito e ne ho colto alcuni spunti che vorrei riprendere. Come presidente dell’Associazione Demos devo dire che tali punti sono parti integranti di un recente documento (uscito meno di un anno fa) approvato all’unanimità dall’Assemblea dei Soci Demos di Giulianova e rivolto a tutti i partiti politici (non solo alla sinistra). Il documento puntava a suggerire la strada del rinnovamento dei partiti e del rilancio della democrazia di base. Il problema del metodo democratico, infatti, è trasversale e riguarda l’intero sistema dei partiti che soffre di cronica autoreferenzialità, leaderismo e oligarchismo, per le quali malattie si allarga sempre di più il suo allontanamento dalla società civile (il non voto ha superato di molto il 40% e si avvia verso percentuali più alte).

Detto questo, tuttavia, non da Presidente di un’associazione culturale (che pure ha conquistato un forte peso specifico facendo cultura partecipativa), fuori da questo ruolo e da uomo di sinistra (pur non avendo nessuna tessera di partito), quei punti vorrei brevemente approfondire. Vediamoli.

Spirito autocritico; confronto; leaderismo e personalismi; programmazione con la base dei cittadini.

Sui primi tre punti va detto che tutta la sinistra, a Giulianova (trascuro, per ora il livello nazionale), ha molte autocritiche da fare. Evito di fare il mio elenco degli errori in questi ultimi tre lustri nell’amministrazione e nella vita dei partiti perché dovrei parlare di Tizio, Caio, Sempronio, Mevio ecc… Per spirito unitario non faccio qui riferimenti perché il mio è un appello alle coscienze. Credo, in altri termini, che lo spirito autocritico dovrebbe attraversare tutti: sia chi ha governato che chi è stato all’opposizione. Mi chiedo: siamo disposti a parlare insieme ed esaminare tutti i punti che ci hanno divisi in modo aperto, sincero e con modestia? L’alternativa è nefanda: tutti resteremmo convinti di essere i più bravi, di non aver sbagliato nulla, con grande gioia di una destra che si ricompatta sempre. Al momento non vedo questo sforzo da parte di nessuno. Ognuno fa le sue iniziative: partiti, gruppi politici, correnti di partiti ecc… Sembra una perversa gara fra perdenti. Ebbene, io credo che questa sia la strada più sbagliata. Si aggiunga, per completare questo quadro desolante, il personalismo e il leaderismo di chi rifiuta a priori ogni gesto di modestia, mettendosi un po’ indietro (di mezzo passo, basterebbe..) per ripartire tutti insieme da comuni blocchi di partenza per una battaglia di riconquista della dignità culturale e ideale dei giuliesi, soprattutto di quelli che non votano più. E anche di quelli che hanno votato a destra.

Il quarto punto suggerito da Franchi è di particolare importanza. Perché la sinistra riacquisti credibilità, come nelle sue tradizioni e nella sua idealità democratica, non può più propinare ai cittadini minestre preconfezionate di nessun tipo, soprattutto nel programma di governo sulla base del quale ad essi si chiede il consenso. C’è bisogno di un cambio di rotta radicale e inequivocabile poiché la fiducia dei cittadini si conquista ascoltandoli ovunque essi si trovino. Nei quartieri, nei caseggiati, nelle case, in ogni punto di aggregazione vanno promossi incontri, assemblee e riunioni per ascoltare, non per fare comizi o propinare soluzioni che vengono dall’alto della conoscenza di qualche “acculturato”. L’Ascolto è il primo passo verso la democrazia. Dobbiamo avere la pazienza di ascoltare problemi, disagi sociali, problematiche urbane al fine di elaborare insieme ai cittadini un articolato programma di governo. La prima fase deve essere solo di ascolto perché nella seconda fase si tornerà dai cittadini con delle linee programmatiche da concordare insieme a loro stessi. Questa non è un’invenzione, ma semplicemente il costume metodologico della sinistra. Quella che fu alla testa delle lotte operaie e popolari che condussero alla conquista dei diritti costituzionali nel mondo del lavoro, del sociale, della scuola, della sanità pubblica e tanto altro. Che portarono nella nostra Città, fra le altre cose, all’urbanizzazione economica e popolare più bella d’Abruzzo collocata quasi in riva al mare nel quartiere più antico. Faccio mio l’appello di Franchi. Anzi, lo ringrazio e propongo un incontro aperto fra tutte le realtà della sinistra giuliese che si trasformi in un tavolo di riflessione critica e autocritica; che esamini tutte le questioni che l’hanno sin qui divisa; che definisca un metodo nuovo per la definizione di un programma di governo, promuovendo incontri, riunioni e assemblee con i cittadini (come sopra detto); che attraverso un dibattito sereno e franco ridefinisca il rapporto di stima e di fiducia ora perduto. Ecco, io propongo questo e attendo, non senza ricordare a tutti noi non solo il risultato di Teramo. Nei giorni scorsi, Infatti, si è votato anche a Grottammare dove la sinistra è unita con i metodi e le forme sopra dette dal 1994 e la scorsa settimana ha confermato di essere il miglior governo di sempre con una conferma netta al primo turno. Sono passati quasi trent’anni. Qualcosa significherà…